sabato 10 dicembre 2011

Dibattito a Genova fra il professor Andrea Corigliano e Rosario Marcianò

L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale. Ringrazio Alexandre e DanieleD per la ricerca delle fonti.

Il 6 dicembre 2011 si è tenuto a Genova, presso il Berio Cafè, un confronto fra un esperto di meteorologia, Andrea Corigliano (docente di meteorologia presso l'Istituto Tecnico Aeronautico di Genova), e un sostenitore della tesi delle “scie chimiche”, Rosario Marcianò.

L'incontro è stato organizzato da Andrea Casissa, che è partito da posizioni piuttosto favorevoli alla tesi delle “scie chimiche” ma si è dovuto ricredere di fronte alla serena ma sistematica demolizione, da parte del professor Corigliano, delle asserzioni meteorologiche di Marcianò, e soprattutto di fronte all'atteggiamento intollerante e aggressivo sia di Marcianò, sia del pubblico, sfociato in una vera e propria insurrezione, con insulti e minacce che hanno portato all'interruzione prematura del confronto.

Il dibattito è nato dall'asserzione, fatta dai sostenitori delle “scie chimiche”, che le recenti inondazioni che hanno colpito Genova siano stati eventi artificiali causati attraverso l'uso delle “scie chimiche”: un'accusa gravissima, che implicherebbe enormi complicità da parte di piloti, controllori di volo, governi, autorità militari e meteorologi.

Il confronto fra Corigliano e Marcianò è stato trasmesso in diretta via Internet. Questa è la registrazione dello streaming:


Una copia della registrazione è su Youtube.

Dopo l'intervento di Marcianò, costituito principalmente da un video dedicato alla stazione HAARP, il professor Corigliano ha spiegato, con l'autorevolezza di un docente di meteorologia (anche se un po' prolissamente e con molti tecnicismi), che le asserzioni presentate prima da Marcianò sono sbagliate:
  • il clima non si può modificare selettivamente; 
  • le frequenze di HAARP non possono scaldare l'atmosfera per semplici ragioni fisiche (HAARP emette onde radio, non radiazioni infrarosse, e le frequenze radio non possono interagire con le molecole dell'atmosfera);
  • HAARP non devia gli uragani (basta guardare i grafici storici dei loro spostamenti, sempre uguali);
  • le alluvioni di Genova "sono fenomeni assolutamente naturali" dovuti principalmente alla temperatura del Mediterraneo, più alta del normale. Gli aerei non c'entrano niente.
In altre parole, un altro esperto qualificato ha confermato, dati alla mano, che le "scie chimiche" sono una bufala.

Nella replica, Rosario Marcianò, pur non avendo nessuna qualifica di meteorologia, ha preteso di saperne di più di Corigliano e ha teorizzato un colossale complotto, inanellando una serie spettacolare di castronerie scientifiche. Ha affermato che tutti i pianeti si stanno riscaldando (vuol dire che ci sono gli aerei chimici anche lì? Su Marte o Venere?). Ha detto che non si capisce da dove verrebbe l'acqua delle scie quando l'umidità atmosferica è zero (semplice: gli aerei bruciano idrocarburi e la reazione di combustione genera, in un motore d'aereo, circa un chilo d'acqua al secondo; basta chiedere ai tecnici).

Marcianò ha anche affermato che il supercomplotto segretissimo fa atterrare gli aerei “chimici” segretissimi negli aeroporti civili. Ha accusato le università italiana di essere omertose per “obblighi di mestiere” e affermato che il riscaldamento globale è una bufala. Ha anche detto che le “scie chimiche” servono per distruggere le nubi e non far piovere, per poi dire che servono per far piovere a comando.

Secondo Marcianò, inoltre, la Puglia avrebbe finanziato un progetto per il controllo del clima: la “prova” sarebbe questo documento, che in realtà descrive il “Progetto Pioggia”, un tentativo di indurre artificialmente la pioggia sulle regioni colpite da siccità (normale cloud seeding), risalente al 2003 e poi abbandonato. Nulla di clandestino, tanto che l'annuncio comparve nel 2002 su Il Messaggero e sul Corriere della Sera e fu discusso dal Senato italiano.

Sempre stando a Marcianò, le “scie chimiche” servirebbero ai militari per seccare l'aria, altrimenti i loro impianti radio non funzionerebbero. Nelle “scie chimiche” ci sarebbe l'Escherichia coli, che poi si ritroverebbe nella neve. La neve mischiata con l'E. coli si riconoscerebbe perché fa essiccare la pelle.

Sì, Marcianò ha detto proprio queste cose.

In altre parole, da un lato c'era un esperto qualificato e dall'altro c'era un dilettante improvvisato. L'esperto ha pacatamente e scientificamente fatto a pezzi le tesi strampalate di Marcianò. Il confronto, a rigor di logica, in un mondo razionale, si sarebbe dovuto concludere con la resa incondizionata e le scuse del dilettante. Non è andata così. Marcianò, subito dopo essere stato smentito da un docente di meteorologia, ha ribadito imperterrito che le “scie chimiche” esistono e che il controllo artificiale del clima è una realtà ed è una enorme congiura. E il pubblico lo ha applaudito.

Marcianò si è inoltre esibito in un memorabile fuori onda, in cui pestava i pugni e strillava che non voleva assolutamente che io intervenissi, dandomi del “delinquente”, con un chiarissimo “Io Attivissimo non lo voglio sentire”, vero monumento alla tolleranza e al dialogo, e con un “porca puttana” condito da un pugno sul tavolo al solo ricordo della storia della vendita in beneficenza del cappellino CIA (da 2h05 in poi).

Quando sono intervenuto via Skype (da 2h37, con un forte sfasamento dell'audio che ha rallentato molto la discussione) su richiesta dell'organizzatore, il pubblico è insorto e non voleva farmi parlare, con un'eloquentissima dimostrazione di democrazia e tolleranza: sembrava di assistere ai Due Minuti D'Odio di 1984, con espressioni come “basta linguate nel culo ad Attivissimo”, “testa di cazzo”, eccetera (a 2h40 circa). Il mio sarebbe dovuto essere solo il primo di una serie di interventi via Skype di varie persone, compresi esperti del settore, ma l'insurrezione ha bloccato tutto.

Comunque nonostante il rumoreggiare del pubblico ho fatto in tempo a chiedere a Marcianò se se la sentiva di accusare l'ENAV, i piloti italiani, i controllori di volo italiani e i militari italiani di questo omertosissimo complotto e di aver causato le alluvioni di Genova. La sua risposta è stata affermativa: la potete sentire da 2h43 in poi.

La mia domanda a Marcianò (2h43): “Chiedo al signor Marcianò se se la sente di affermare che le alluvioni di Genova sono state causate dagli interventi di aerei chimici, perché in questo caso bisogna accusare l'ENAV, i piloti, i controllori di volo, i militari italiani – non stiamo parlando di potenze straniere, stiamo parlando dei nostri piloti, delle nostre compagnie aeree. Tutti sono omertosi? Io vorrei sapere dal signor Marcianò se se la sente di fare queste accuse. Sono molto gravi. Le faccia pubblicamente e sporga denuncia. Grazie.”

La risposta di Marcianò (2h45m40s): “Be', io non dovrei rispondere alle domande di un cacciatore di bufale, in quanto dovrebbe occuparsi di bufale e non di attività chimiche di aerosol clandestine o di geoingegneria clandestina. Si sa che le attività di aerosol sono presenti, sono un dato di fatto, e quindi è chiaro che eventuali incidenti di percorso possono anche avvenire. Qui non si sta dicendo che un'alluvione è stata indotta in maniera scientifica voluta. Si sta dicendo che in campo generale, lavorando nell'ambito della geoingegneria a livello italiano, quindi anche a livello globale, gli incidenti di percorso ovvero le alluvioni come in Thailandia, laddove la modificazione climatica è legale e palese con tanto di cartoni animati, gli incidenti sono cosa facile e verificabile. Tant'è, ripeto, che noi abbiamo previsto quello che si sarebbe verificato. Punto. Non c'è altro da dire. E ho risposto anche a un cacciatore di bufale, che [voce dal pubblico: “No, non hai risposto. Sporgerà denuncia o no? Se la sente?”] di bufale dovrebbe occuparsi”.

Mia osservazione: “Mi scusi, lei sta eludendo la domanda. Le ho chiesto, sono colpevoli o no quelli dell'ENAV che non hanno denunciato il fatto?”

Risposta di Marcianò: “Allora, io direi che la Protezione Civile avrebbe dovuto occuparsene. L'ENAV, che è coinvolta in reati di vario tipo, non può essere da esempio per questa sala [applausi] in quanto ci sono diversi milioni di euro che sono stati versati in tangenti per dare alle compagnie di volo le autorizzazioni. Quindi l'ENAV, che per conto suo potrebbe e dovrebbe essere un ente affidabile, non lo è più, signor Attivissimo.”

Mia domanda: “E i piloti di linea dell'Alitalia, delle compagnie aeree di tutto il mondo, anche loro sono colpevoli?”

Marcianò: “Noi abbiamo delle testimonianze, che manderemo a tempo debito, che dimostrano che le compagnie low-cost e anche altre compagnie sono coinvolte a pieno titolo, come d'altronde ebbe già ad indicare Edward Teller nel 1997 ad una conferenza verificatasi proprio qui in Italia, signor Attivissimo [applausi]. E le denunce ci sono, solo che la magistratura non ha mai dato seguito.”

Mia domanda: “Quindi la Ryanair è colpevole di irrorare con le scie chimiche? [pausa] Allora anche i magistrati sono omertosi?”

Nessuna risposta.

Lascio a ciascuna delle organizzazioni e delle categorie accusate pubblicamente da Rosario Marcianò di corruzione e di concorso in disastro valutare se e come procedere in sede legale.

Al momento in cui scrivo, il video è già stato visto da quasi 6700 persone e seppellisce definitivamente ogni pretesa di serietà e confronto civile dei sostenitori delle “scie chimiche”.

Per chi volesse capire come stanno realmente le cose sulle “scie chimiche”, segnalo che il professor Corigliano ha scritto un bel documento di chiarimento*.

*Aggiornamento (2015/01/28): il link originale al documento è obsoleto ma la sua copia su Archive.org (immagine qui accanto, cliccabile per ingrandirla) è ancora consultabile; i tre file PDF citati in fondo a questo documento non sono più disponibili ai link originali ma sono archiviati in copia qui, qui e qui.

domenica 6 marzo 2011

Intervista a Piernando Binaghi, meteorologo

Venerdì scorso, durante la mia trasmissione radiofonica per la Radiotelevisione Svizzera (RSI), ho avuto occasione di intervistare Piernando Binaghi, meteorologo, ex pilota di elicotteri e ingegnere aeronautico, nonché conduttore della rubrica televisiva meteo della RSI. Ecco in sintesi i punti salienti delle sue osservazioni sul presunto fenomeno delle “scie chimiche”. La trascrizione è fedele e omette soltanto le “papere” e le espressioni colloquiali presenti in qualunque intervista.

Piernando Binaghi.
Credit: RSI.ch
Binaghi: Sia dal punto di vista accademico, come hai voluto ricordare, sia per quello meteorologico, insomma, è un problema sul quale spesso gli ascoltatori mi hanno portato, perché effettivamente è una questione che rimbalza su Internet da molto tempo. Ci sono tantissime cose da dire in merito a queste scie. Io giocherei a sorpresa, in questo senso, cioè: sono scie naturali? No. Sono scie artificiali, nel senso che sono realizzate dai motori degli aeroplani che volano ad alta quota. Sono composte dalla chimica? Si, sono composte dalla chimica, perché abbiamo dentro dell'ossido di carbonio, degli ossidi di azoto, abbiamo dentro del cherosene incombusto, ma sono proprio questi elementi che fungono da àncora, da punto di aggregazione e di condensazione, i cosiddetti nuclei di condensazione, del vapore acqueo, che allo stato aeriforme si trova ad essere invisibile ma se è in alte concentrazioni, cioè se l'aria è molto umida, trova estremamente divertente ritornare allo stato visibile, diciamo liquido e poi addirittura solido, perché queste scie sono fatte da minutissimi cristalli di ghiaccio. Quindi il vapore acqueo istantaneamente solidifica su questi elementi che vengono dispersi dai motori a reazione. Ora il fatto che queste scie persistano a lungo non avviene sempre, perché tutti avremo notato che in certe giornate le scie sono persistenti e in altre giornate invece l'aereo lascia una scia molto corta o addirittura non la lascia per nulla. E perché questo avviene? Perché i motori funzionano sempre allo stesso modo, ma avviene perché le caratteristiche dell'aria a quelle quote sono variabili, oserei dire, di minuto in minuto, di ora in ora, cioè non c'è mai la stessa situazione, l'aria non si presenta mai nella stessa configurazione, con lo stesso volto tutti i giorni, quindi quando l'aria è più umida le scie sono più persistenti.

Attivissimo: Sulla persistenza, è vero, come si è detto nel documentario [Bye Bye Blue Sky, andato in onda pochi giorni prima sulla RSI], che una scia che duri più di due minuti è da considerare anomala e sospetta?

Binaghi: Ma no! Le scie possono durare molto perché se, se l'aria è così umida da aver così dato modo al vapore di realizzare una grande quantità di cristalli di ghiaccio, ebbene, devono cambiare le condizioni. Innanzi tutto la scia si deve gradualmente disperdere, ci devono essere dei venti, e invece se i venti in quota sono debolissimi questo non favorisce la dispersione delle scie. Ma non solo: anche le caratteristiche dell'aria devono cambiare, devono modificarsi, è chiaro che non può persistere per interi giorni una stessa scia.

Attivissimo: E se qualcuno decidesse da domani di cominciare a fare irrorazioni chimiche nel cielo, voi meteorologi ve ne accorgereste.

Binaghi: Allora, io non voglio escludere che ci siano, visti i tempi poi [ride], dei dittatori o dei capi di stato che magari segretamente vogliono sperimentare delle modalità belliche basate sulla dispersione nell'aria di miscele nocive, venefiche, eccetera; noi questo siamo liberi di pensarlo. Ma bisogna essere sicuri di poterlo provare. Allora, i dati che noi abbiamo a nostra disposizione ci fanno capire che in base a tutte le fotografie che sono emerse – poi anche sulle fotografie potremmo fare dei grandi distinguo – questi fenomeni sono da ricondurre a quella caratteristica fenomenologica che ho appena brevemente riassunto. Faccio un inciso proprio sulle fotografie, perché oggi giorno è facilissimo anche camuffare le fotografie.

Attivissimo: Infatti gli esperti hanno notato che ci sono molte fotografie di questo genere che sono state manipolate per farle sembrare più drammatiche. Quindi possiamo stare tranquilli in sostanza?

Binaghi: Allora, io sono mai tranquillo [ride] perché voglio sempre guardare la situazione. Relativamente a questo fenomeno, non mi preoccupa; mi preoccupa il fatto che certo, c'è un'azione inquinante comunque fatta da quegli elementi, dagli aerei, e certo se uno abita vicino a un hub, cioè un grande aeroporto intercontinentale, ovviamente queste scie saranno più frequenti, più persistenti, perché tutti gli aerei vanno lì.

giovedì 20 gennaio 2011

Scie di condensazione fotografate dall'astronauta Paolo Nespoli

È abbastanza noto, grazie alle immagini dei satelliti meteorologici, che le scie di condensazione degli aerei sono visibili dallo spazio, ma non capita spesso che vengano immortalate nelle fotografie scattate dagli astronauti.

Domenica scorsa (16 gennaio 2011) l'astronauta italiano Paolo Nespoli ha scattato questa fantastica foto del Nord Italia e del Canton Ticino proprio mentre era sopra la mia casa a Lugano:

Lake area, northern Italy
Credit: ESA/NASA

Nella foto si scorge una scia di condensazione di un aereo:


Nespoli ha scattato anche altre foto di scie il 15 gennaio 2011:

Aircraft contrails 1
Credit: ESA/NASA

Aircraft contrails 2
Credit: ESA/NASA

Non è indicata la zona del pianeta inquadrata nelle immagini, ma va notato che Nespoli descrive queste fotografie senza la minima preoccupazione e anzi segnala le scie come un fatto positivo: “Scie di condensazione degli aerei - prove della presenza di vita sul pianeta Terra!”.

Dunque i sostenitori del complotto delle “scie chimiche” dovranno spiegare come mai anche un nostro astronauta vede le scie, oltretutto in grande quantità e da una posizione privilegiata, eppure non parla e non sposa le loro tesi. Farà parte anche lui del colossale complotto mondiale?